
“V’è in questa terra, fatta di materie vulcaniche, che ha nome ITALIA, una corrente sotterranea che Voi, Haug, non sospettate” Giuseppe Mazzini, Lettera al generale Haug, aprile 1863
Per comprendere, in poche righe, il valore degli ideali di Giuseppe Mazzini e il suo ruolo di “precursore” rispetto al suo tempo, non c’è di meglio che l’articolo, che è possibile leggere cliccando sul link sottostante, di THE INDEPENDENT che recensiva un libro su Mazzini di Denis Mack Smith (è inclusa la traduzione italiana) e subito dopo il commento dello stesso Denis Mack Smith, che è di una chiarezza impressionante in merito all’inizio e alla fine dell’avventura storica del “profeta” Giuseppe Mazzini:

DENIS MACK SMITH_MAZZINI (testo italiano)
Mazzini_ lettera ad Haug_aprile 1863 (tratto da: MAZZINI, Epistolario a cura di Umberto Zanotti Bianco, copia integrale ed. 1922 digitalizzata dal BOSTON LIBRARY ARCHIVE)
Commento del Prof. Giovanni Paladini:
SORGI ITALIA, TI CHIAMA UNA VOCE
di Giovanni Paladini
Grazie Luigi per il tuo post “L’Italia Unita 1861/2011” da cui ho scaricato I Grandi Fatti Che Portarono all’Unità
( download link circa 5 minuti: https://cucugliato.files.wordpress.com/2011/02/i-grandi-fatti-che-portarono-allunita.pdf )
pubblicato nel 1961 dall’ Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche.
L’ho letto con gioia ma in particolare due pagine mi hanno fatto entusiamare.
Non finirò di essere grato a quell’anonimo che ha scritto Evangelio vuol dir libertà:
“Sorgi Italia, ti chiama una voce
che proclama dal soglio di Pietro
il verace di Cristo pensiero:
Evangelio vuol dir libertà.
Quel Vangel che ci rende fratelli,
che accomuna le gioie e gli affanni
quel Vangel non soffre tiranni:
Evangelio vuol dir libertà.”
Dice l’anonimo che il verace pensiero di Cristo, la buona novella, la buona notizia consiste nell’asserire che non c’è vita senza libertà. Quei giovani che sacrificarono la propria vita per donarci un’Italia unita capirono che non c’è niente di più bello e nobile nella vita di un uomo di quello di lottare contro la tirannide perché regni Libertà e Giustizia.
Capirono che il loro sangue sarebbe stato la linfa vitale delle future generazioni.
Capirono che il loro sangue sarebbe stato la linfa vitale delle future generazioni.
E che grande Giuseppe Mazzini! Egli scrive nelle sue memorie:
“Quando, conclusa la pace di Villafranca, rimosse le armi francesi dalla terra lombarda, gli uomini di fede repubblicana che avevano protestato contro la funesta, immorale alleanza della tirannide straniera con la libertà nascente, stimarono giunta l’ora in cui potevano, senza contaminarsi, senza far sacrificio, pel bene della patria comune, della loro bandiera, dire <<combatteremo le battaglie dell’unità sotto la bandiera acclamata dal popolo>> io definii l’attitudine d’assumere sotto due parole: <<né apostati né ribelli>>. Era la nostra definizione di concordia.”
Sceglie di affidare il proprio ideale al futuro e al progresso.
“Non rinneghiamo il nostro ideale: lo
affidiamo al progresso pacifico dell’avvenire.”
“Non rinneghiamo il nostro ideale: lo
affidiamo al progresso pacifico dell’avvenire.”
Sceglie il <noi> e mette da parte l’<io>. Fa quello che deve essere fatto. Fa quello che deve fare chi è responsabile del bene di un popolo, fa quello che responsabilmente sa fare chi ama davvero: all’ideale mazziniano e all’interesse del partito repubblicano antepone il bene della maggior parte della comunità.
E’ stato bello rileggere queste pagine della nostra storia risorgimentale così ricca di esempi da imitare!
Ho detto delle due pagine pasteggiate nelle quali campeggiano come due astri nel cielo due parole: evangelio e concordia. Si ha sempre bisogno di evangelio e concordia ma Dio solo sa quanto siano necessarie oggi nella nostra Italia.
Il progresso non può morire. Abbiamo il dovere di avere fede che le cose cambieranno. Grazie ai nostri nonni e ai nostri genitori noi adulti nati nel dopoguerra abbiamo avuto la fortuna di vivere in pace e nel benessere guardando e realizzando un futuro migliore.
Non possiamo lasciare ai nostri figli meno di quanto abbiamo ereditato. E allora la festa del 150° dell’Unità d’Italia ci faccia cambiare marcia e ci immetta sulla strada giusta. Quella illuminata dall’Evangelio e dalla Concordia.
(Giovanni Paladini)