Con incredibile precisione, quasi con raffinato e crudele cinismo, la storia si ripete, ripropone da secoli gli stessi eventi, secondo cicli di “umanità” e “disumanità” e seguendo un’eterna classificazione degli esseri umani in “carnefici” e vittime”.
Il mondo occidentale ha creduto, dopo la seconda guerra mondiale, nel “Progresso”, identificandolo troppo facilmente con le novità scientifiche e tecnologiche che hanno permesso una vita “comoda” ai Paesi dell’Occidente.
Pochi hanno compreso che, ancora una volta, il cosiddetto Progresso non consisteva altro che nello sfruttamento delle risorse dei Paesi Poveri, dell’Africa e dell’America Latina in particolare.
Di nuovo sfruttatori e sfruttati, carnefici e vittime.Quanto facilmente dimentichiamo, anche noi italiani, di essere stati in passato “vittime” in milioni (deportati in Germania, sterminati in Russia, emigrati negli Stati Uniti, se solo ricordassimo gli avvenimenti del secolo appena trascorso).E quanto ci sembrano lontane le sofferenze di popoli “diversi” ,perchè non parlano la nostra lingua, perchè consideriamo geograficamente distanti, perchè semplicemente rimuoviamo i “loro” problemi.Eppure quanti dei nostri genitori e nonni hanno testimoniato una realtà inimmaginabile, una sofferenza indescrivibile, una mostruosità senza limiti a danno della nostra gente e di altri popoli.Forse vale la pena di ricordare, di risentire i loro racconti basati su storie vere e reali, su episodi di incredibile atrocità e ferocia non lontani nel tempo.
Io ho avuto la fortuna (o la sventura?) di ascoltare qualcuna di queste storie vere, e ve la ripropongo.
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